I NEMICI DELLA VAL SUSA SONO NOSTRI NEMICI

La solidarietà non è solo una questione di simpatia, nè tanto meno una forma di pietismo caritatevole, ma una forma di fratellanza che si instaura tra chi si trova a lottare dallo stesso lato della barricata contro un nemico comune.

La lotta in Val di Susa ha avuto il merito, tra gli altri, di svelare le menzogne del progressismo democratico e di individuare i precisi responsabili della devastazione ambientale e sociale, sia in Valle che altrove.

Banche, partiti, aziende, istituzioni. Possono cambiare i nomi e gli interessi locali, ma non sono che maschere del medesimo sistema.

 Qui a Bologna gli esempi sono tanti.

 A partire dalla Carisbo (del gruppo Intesa San Paolo, principale finanziatore del progetto TAV) la banca che sta finanziando i processi di devastazione del tessuto urbano Bolognese: dagli investimenti per la nuova Stazione Av, che ha creato danni ingenti alle abitazioni di via Carracci e principale motore del processo di trasformazione sociale della Bolognina, alla commissione dei lavori per la Trilogia Navile, mostro metropolitano frutto delle logiche di speculazione e gentrification; dal finanziamento dei campus-ghetto per studenti, alla concessioni dei terreni per l’avvio della riqualificazione del Pilastro, altro quartiere abitato da “gente pericolosa” e quindi da “ripulire”.

In generale Carisbo è la banca ufficiale di tutto il progetto di metropolizzazione “Bologna 2021”, che racchiude tutti questi interventi urbani in un piano più ampio: la realizzazione di una metropoli del futuro, scientificamente studiata per sfruttare al massimo la posizione nevralgica di Bologna e la vita dei suoi abitanti, stravolgendo e dividendo i quartieri in base al livello sociale delle persone, in modo da renderli meno pericolosi e più controllati.

Una città che funzioni come una macchina, dove siamo destinati a fare una vita da ingranaggi.

Altro esempio che ci collega direttamente alla Val Susa è il PD, il partito ufficiale dell’alta velocità italiana e reggente di un potere pluri-decennale sotto le due torri.

Qui a Bologna non mancano certo i motivi per ritenere il PD uno dei nostri principali nemici, a partire proprio dalla progettazione e la realizzazione del progetto di metropolizzazione, cavallo di battaglia del sindaco Virginio Merola fin da quando era assessore all’urbanistica con Cofferati. Basti pensare, poi, agli sgomberi attuati in tutti questi anni contro spazi sociali e senza tetto, alla gestione e alla volontà di riaprire il CIE, alla persecuzione politica delle lotta che in questa città è tra le più dure, al supporto politico ed economico della speculazione edilizia e delle cooperative del cemento (anche a costo di fare delle gran figure di merda come con il Civis), alla guerra che ogni giorno porta avanti verso i più poveri, attraverso la gestione delle case popolari sempre più elitaria e repressiva, l’aumento del costo dei trasporti e dei servizi, le retate “anti-degrado” contro i migranti, la militarizzazione dei quartieri popolari.

Il PD a Bologna, con il giro di affari e conoscenze che gli gravita attorno, tra cooperative, aziende, università e grandi banche, è certamente il fulcro principale della devastazione silenziosa che sta investendo la città e i suoi abitanti.

Il PD, la Carisbo, ma anche l’Alstom, in via Corticella, che fabbrica treni AV, la CCC, che ha costruito buona parte delle tratte AV, e vincitrice degli appalti per Liber Paradisus, Civis e People Mover, l’Italfer, Trenitalia, l’Eni, sono tutti responsabili della devastazione dell’Alta Veocità in Val Susa che allungano le mani anche sul territorio bolognese per poter trarre il loro guadagno, privando gli abitanti di qualsiasi possibilità di vivere in modo libero la propria città.

Per evitare che lo sfruttamento e il controllo delle nostre vite continui a riprodursi in maniera sempre più efferata, occorre che anche qui si inizino a mettere i bastoni tra le ruote alla grande macchina del nemico.

SABOTAv

1 MESE DI MOBILITAZIONE SOLIDALE CON I COMPAGNI ARRESTATI

 Dopo mesi di criminalizzazione mediatica contro il movimento notav, il 9/12 4 compagni vengono arrestati perché accusati di aver partecipato a un’azione di danneggiamento di alcune attrezzature del cantiere tav in valsusa nella notte fra il 13 e il 14 maggio.

per la procura di torino si tratta di attentato con finalitÀ di terrorismo .

Per noi si tratta di un atto di giusta resistenza

 ALLO STESSO MODO RISPEDIAMO AL MITTENTE LE ACCUSE DI TERRORISMO: TERRORISTA È LO STATO, CHE IMPONE CON IL TERRORE LA DEVASTAZIONE DI UN TERRITORIO AI SUOI ABITANTI, ATTRAVERSO BOTTE, GAS LACRIMOGENI, ARRESTI E CAMPAGNE GIORNALISTICHE DA REGIME.

 PER IL 22 FEBBRAIO È STATA INDETTA UNA GIORNATA DI MOBILITAZIONE NELLE VARIE CITTÀ, IN SOLIDARIETÀ CON I COMPAGNI ARRESTATI E CONTRO LA REPRESSIONE DELLE LOTTE TERRITORIALI.

L’ALTA VELOCITÀ A BOLOGNA HA GIÀ FATTO I SUOI DANNI, COME LA DEVASTAZIONE DEL MUGELLO LUNGO LA TRATTA FIRENZE-BOLOGNA, CON LA DISTRUZIONE DI 81 FALDE ACQUIFIRE, O COME I DANNI AI PALAZZI CAUSATI DAI LAVORI PER LA STAZIONE AV IN VIA CARRACCI.

OLTRE AI DANNI FISICI, L’ALTA VELOCITÀ È IL MOTORE PRINCIPALE DEI PROCESSI DI RIQUALIFICAZIONE IN BOLOGNINA. IL QUARTIERE, INFATTI, È STATO DESIGNATO, PROPRIO PER LA SUA VICINANZA ALLA STAZIONE, A DIVENTARE LO SCALO PER MANAGER E DIRIGENTI CHE TRANSITERANNO NELLA FUTURA BOLOGNA, CENTRO NEVRALGICO NELLA RETE TAV EUROPEA. UNA TRASFORMAZIONE IMPOSTA DALL’ALTO, CHE PUNTA AD ALLONTANARE LE FASCE PIÙ POVERE DELLA POPOLAZIONE DAL QUARTIERE, PER MEZZO DI SFRATTI, SGOMBERI, AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA, ESPULSIONE DI MIGRANTI E RETATE DELLA POLIZIA.

 A QUESTO PROCESSO DI RIQUALIFICAZIONE, NEGLI ULTIMI MESI, SI SONO OPPOSTI PICCOLI ATTI DI RESISTENZA, ATTRAVERSO L’OCCUPAZIONE DEI POSTI OGGETTO DI SPECULAZIONI EDILIZIA E LA RESISTENZA AGLI SGOMBERI, CORTEI SELVAGGI, ASSEMBLEE E MOMENTI DI SOLIDARIETÀ SPONTANEA CONTRO POLIZIA E “FORCAIOLI”.

A QUESTI EPISODI SONO OVVIAMENTE SEGUITI DENUNCE E FOGLI DI VIA.

PER RILANCIARE L’OPPOSIZIONE CONTRO CIÒ CHE RAPPRESENTA IL TAV A BOLOGNA E SOPRATTUTTO PER RENDERE CONCRETA LA SOLIDARIETÀ CON I COMPAGNI ARRESTATI IL 9/12

 SOLIDARIETA’ CON NICCO, CHIARA, MATTIA E CLAUDIO 

GIU’ LE MANI DALLA VAL SUSA

SOLIDARIETÀ CON I NO TAV SOTTO PROCESSO

La terza udienza del processo a carico di 52 NOTAV si svolge oggi 14 febbraio 2013 a Torino: 52 imputati accusati di lesioni, danneggiamento, resistenza, violenza privata, tutto aggravato e in concorso, relativamente alle giornate del 27 giugno e del 3 luglio 2011. La settimana scorsa altri due NOTAV, Emanuele e Christian, sono stati arrestati con l’accusa di resistenza e danneggiamento aggravato in concorso, per essersi introdotti nell’area militarizzata del cantiere Ltf, dichiarata abusiva ed illegittima dal Comune di Chiomonte, dopo aver verificato che non esistono documentazioni riguardanti quella zona occupata dai militari e dal cantiere, dopo lo sgombero dei manifestanti nel giugno 2011 della “Repubblica della Maddalena”.
La criminalizzazione dei movimenti di protesta, da quello Notav agli altri in difesa dei territori, è uno degli strumenti utilizzati dai potenti, attraverso i tribunali, la polizia, e i mass media, per delegittimare le lotte che vengono portate avanti, per confondere le acque e per nascondere chi è che veramente “devasta e saccheggia” i territori: rispediamo le accuse al mittente, fieri della nostra Resistenza.
In questi anni le nostre terre vengono devastate da non pochi megaprogetti, funzionali al sistema economico che a livello europeo deve continuare a riprodursi, usando speculazione e finanziamenti statali ad imprese private: i gasdotti che partono da Puglia, SicilIa e Sardegna e attraversano quasi tutta l’Italia, i rigassificatori nell’Adriatico, le trivelle in Campania, in Sicilia e altre regioni, l’Expo che si terrà a Milano e sta martoriando quel poco che ancora si poteva salvare dal cemento in città, il terzo Valico a Genova, l’autostrada della Variante di Valico in Toscana ed Emilia Romagna, il Muos (sistema di antenne radar militari) in provincia di Catania, sono solo alcuni degli esempi delle
grandi opere che stanno portando avanti a scapito di natura e popolazioni.
In particolare a Bologna vediamo come la nostra città sia diventata un cantiere a produzione costante di inquinamento: con il termovalorizzatore a Granarolo, la riqualificazione del quartiere Bolognina-Navile, con innumerevoli opere che si dipanano intorno alla costruzione della linea TAV in stazione, la creazione di nuovi campus universitari, l’ampliamento della zona del CAAB e, purtroppo, la lista potrebbe continuare.
Come in Val di Susa, in molti altri luoghi la resistenza popolare continua, come stiamo vedendo a Niscemi contro il Muos recentemente, come abbiamo visto le mobilitazioni contro il terzo Valico a Genova, contro il Ponte sullo stretto di Messina, contro i Radar in Sardegna, contro i gasdotti nel sud Italia; le manifestazioni, i presidi permanenti, le giornate di sensibilizzazione, gli assalti ai cantieri, i blocchi dei camion con materiali e lavoratori per i lavori, il riprendersi i propri luoghi, il reiventarsi un modo di vivere diverso da quello imposto, fatto solo di soldi e potere, per creare dei rapporti di complicità ed amicizia non mediati da interessi, ricatti lavorativi, autorità.
In questa città non possiamo continuare ad assistere impotenti alla devastazione dei nostri quartiere, delle nostre terre, e delle relazioni che abbiamo e possiamo costruire; non possiamo lasciare che ci tolgano le piazze e i parchi, che militarizzino le strade ( non ci stiamo accorgendo di come ogni mese aumentino gli sbirri in giro, le retate, gli arresti, le denunce, la criminalizzazione dei migranti per un pezzo di carta…?) , che la nostra persona venga giudicata e valutata in base a quanti soldi ci facciamo rubare pagando a prezzi altissimi il pane, i trasporti, gli affitti.
Riprendiamoci la nostra vita, il nostro quartiere, le nostre terre; non è vero che “tanto succederà lo stesso qualsiasi cosa facciamo”, ce lo dimostra la resistenza in Val di Susa e tutte le resistenze dei movimenti in Italia e nel mondo.

FERMARE OVUNQUE IL TAV

La devastazione del Tav si concretizza a Bologna nella costruzione della nuova Stazione di via Carracci. Il cantiere ha già causato negli anni lo sfollamento di diverse famiglie residenti in via Carracci, la chiusura di una scuola per inagibilità infrastrutturale, grossi crateri nelle aree del cantiere che testimoniano l’elevata fragilità della zona, e un incremento spropositato di polvere sottili nell’aria.
L’impatto sul territorio, però, va ben oltre i danni causati dal cantiere ai palazzi e alle strade della zona limitrofa, ma investe su tutti i piani della quotidianità l’intero quartiere alle sue spalle: la Bolognina.
La stazione è infatti il perno centrale del progetto di riqualificazione del quartiere, finalizzato a trasformare lo storico quartiere partigiano nel centro amministrativo della città, dove sorgeranno i fortini di quei burocrati e uomini di finanza che ogni giorno mettono sotto i piedi la libertà per la quale sono morti gli antifascisti della resistenza.
Il quartiere è già invaso da cantieri in ogni dove, che ci stanno privando di spazi importanti e spesso dell’agibilità di spostarsi liberamente nelle nostre strade.
Ma i danni maggiori che subirà il quartiere sono rappresentati dagli interessi sociali ed economici che stanno dietro questo progetto di riqualificazione.
L’alta velocità si sta confermando a livello nazionale, uno dei settori principali su cui investire, anche a costo di schiacciare sotto una marea di manganelli e lacrimogeni intere comunità.
Il blocco di potere che devasta in Val Susa è lo stesso che regna a Bologna: PD e Intesa San Paolo (a Bologna sotto le vesti di Carisbo). Anche le imprese che si dividono gli appalti ritornano continuamente: Impregilo, CMC, Astolm,CCC. Tutte spesso presenti sul territorio bolognese, e strettamente collegate con il PD (Bersani ad esempio era il
presidente della CMC)!
Un blocco economico ben definito che ha trovato nel sistema dei finanziamenti pubblici delle grandi opere il modo perfetto per arricchirsi!
L’affare va infatti ben oltre la sola TAV. Basti notare appunto a Bologna gli spiragli che la stazione apre ai grandi affari economici: dalla speculazione edilizia a favore delle solite cooperative del cemento, come quelle citate prime, alla possibilità di richiamare capitali
economici e forza lavoro in una città che gode di una posizione centrale nel sistema ferroviario italiano ed europeo, all’oppotunità di essere la seconda vetrina per ordine di importanza sul palcoscenico mondiale dell’Expo 2015.
Un sistema perfetto di accumulazione di denaro, che, come sta avvenendo in Val Susa e in molte zone di Italia, necessita di territori e popolazioni da sacrificare.
A Bologna il sacrificio toccherà scontarlo alla popolazione della Bolognina, che verrà progressivamente cacciata dal proprio quartiere, per far spazio a colletti bianchi e suv luccicanti.
L’epurazione dei poveri è già in atto: la polizia ha iniziato una pesante campagna di persecuzione degli immigrati che frequentemente porta ad arresti per spaccio o irregolarità dei documenti, le case popolari sono in vendita, gli affitti dei palazzi ristrutturati sono triplicati e gli esercizi commerciali cominciano pesantemente ad imborghesirsi.
In questo periodo di campagna elettorale, mentre tutti i politici imboccano le speranze della gente con false promesse, emerge ancora più forte il valore che trasmettono le lotte popolari come quella valsusina. Intanto perchè la questione della TAV ha dimostrato la totale parzialità delle istituzioni, che fanno solo e unicamente gli interessi di chi ha i soldi.
Inoltre, per chiunque ne abbia avuto esperienza, la resistenza No Tav è la prova tangibile di un modo differente di organizzarsi tra individui, che non si riduce ad una passiva accettazione delle decisioni imposte dall’alto, e va oltre l’inutile starnazzo di lamentele in piazza.
Nessuna istituzione o partito decide per gli altri, nessun organo agisce per gli altri e li costringe all’immobilismo.
Nella lotta si impara a ragionare insieme sul da farsi, a prendere decisioni e responsabilità collettive, a passare all’azione e mettersi in gioco in prima persona, anche se la situazione richiede di travalicare i limiti del legalmente consentito. Si impara a guardarsi in faccia e a riconoscere i compagni, i fratelli, a condividere gioie e dolori, a farsi forza a vicenda. Esperienze quasi del tutto sparite dalle strade di questa città.
E così come in Val Susa, ovunque queste forme di lotta stanno dimostrando la loro efficacia nel combattere la devastazione sia ambientale che sociale di questa era.
Riteniamo per questo necessario che anche qui in quartiere si sviluppi una lotta concreta e popolare, che partendo dal contrastare le devastazioni del TAV, punti ad abbattere tutto l’apparato amministrativo e finanziario che ci sta costringendo, giorno dopo giorno, alla miseria .

NO TAV NE’ A BOLOGNA NE’ OVUNQUE
COMPLICITÀ CON TUTTI GLI IMPUTATI
FUOCO ALLE RUSPE DEL POTERE
SPAZIO ALLE PIETRE DELLA RIVOLTA