ACER: TOGLIE LE CASE AI POVERI E LE RIQUALIFICA PER I RICCHI

Il comune, ormai lo sanno tutti, ha deciso che la Bolognina deve cambiare volto.

Da anni mostri di cemento, come il nuovo Comune, la Trilogia Navile e la Stazione dell’Alta Velocità, stanno trasformando il quartiere, andandone a modificare nel profondo la natura sociale.

Spalleggiati da un’informazione asservita che tende a presentare la Bolognina come il quartiere più pericoloso di Bologna e aiutati dagli interventi militari della polizia che ricordano le squadracce fasciste, i signori di Palazzo d’Accursio stanno sostituendo le classi più basse e meticce che storicamente abitano il quartiere, con funzionari e dipendenti della classe media, ricchi imprenditori e manager. Una classe pulita, che spende soldi e se ne sta buona.

Così facendo si allarga il giro di soldi del business immobiliare e del commercio, e allo stesso tempo si allontanano sempre di più le fasce di popolazione più affamate dal cuore della città, in modo che non costituiscano più un pericolo per la sicurezza e per le proprietà dei ricchi.

Per far ciò il Comune sta attuando una precisa opera di espulsione dei più poveri tramite Acer, l’ente che si occupa delle case popolari.

Sono sempre di più le persone che vedono notificarsi lo sfratto da Acer in Bolognina, che spesso si aggrappa ai motivi più assurdi per giustificare l’ingiunzione, o, semplicemente, non rinnova l’assegnazione.

Questo perchè sono anni ormai che Acer sta cambiando le sue politiche economiche in quartiere, ristrutturando i suoi palazzi (che spesso restano vuoti come i 19 appartamenti in via Albani) e fissando dei canoni calmierati per gli affitti al posto delle assegnazioni popolari.

Ciò vuol dire che se prima in una casa popolare in Bolognina si pagava un canone fisso di 25€ al mese, ora con gli affitti calmierati solo una parte è finanziata dal comune, ed un appartamento viene a costare intorno ai 400€ al mese.

Un aumento non di poco che costringe le famiglie rassegnate a cercare soluzioni abitative sempre più lontano dal centro e che va ad aggravare ulteriormente il bilancio di sfrattati e senza casa in città.

C’è poco da discutere. La casa è una necessità e chi ce la vuole togliere va combattuto. Inutile stare a sperare che il politicante di turno salvi la situazione, inutile aspettare qualcuno che lotti al posto nostro. Guardiamoci bene intorno, scegliamo i fratelli e sorelle con cui lottare e cominciamo.

TOCCA ORGANIZZARSI

OCCUPARE LE CASE E RESISTERE AGLI SFRATTI

RIPRENDIAMOCI IL QUARTIERE

resistereallametropoli@autistici.org