QUANDO SI DICE CHE LA RESISTENZA NON È FINITA

Entrambi gli sgomberi di queste ultime settimane in Bolognina hanno portato a ben 12 fogli di via a discapito degli occupanti che non hanno la residenza a Bologna.
Una pratica, quella del foglio di via, che la Questura di Bologna ha ricacciato in grande stile negli ultimi anni, rispolverandola dalle anticaglie del regime fascista, e riproponendola nelle sue vesti originali.
Da sempre i fogli di via sono stati usati verso persone ritenute socialmente pericolose,
ubriaconi, senzatetto e tossicodipendenti particolarmente molesti, ma negli ultimi anni c’è stato il ritorno dell’uso sistematico del foglio di via per perseguire gli individui riottosi e
politicamente scomodi per allontanarli dalla città, esattamente come era stato ideato dai gerarchi di Mussolini.
Con questo non vogliamo dire che sia giusto allontanare dalla città i soggetti molesti, solo
perchè qualche filosofia securitaria ha deciso che i pericolosi sono gli ubriaconi o i tossici, e non la classe dirigente, gli imprenditori, i banchieri e i loro cani da guardia che girano armati
per le strade.
Quando si dice che la resistenza non è finita, che il fascismo è ancora una minaccia concreta, non ci riferiamo solo alle teste rasate di Forza Nuova o ai fighettini di Casapound. Il fascismo è nato come risposta del potere ai movimenti rivoluzionari che stavano esplodendo, ed è sempre stato questo nel corso della storia. Dal ’45 ha continuato a strisciare nelle Prefetture e nelle Questure, ha lavorato per creare una strategia della tensione negli anni 70 e continua ancora oggi a manifestarsi attraverso la repressione politica che colpisce i movimenti di lotta. Non a caso i fogli di via spuntano ovunque ci siano situazioni realmente conflittuali, come in Val Susa o a Niscemi.
Negli ultimi tre anni a Bologna sono stati dati più di 40 fogli di via contro anarchici e
comunisti, a persone che in alcuni casi si erano appena avvicinati a momenti di conflittualità, e da Bologna la pratica si è diffusa in tutta Italia.
Il foglio di via permette alla Questura di sbarazzarsi in modo molto facile dei propri nemici,
perchè non necessita dell’autorizzazione della Magistratura ed è totalmente a discrezione della polizia, e nel migliore dei casi, costringe comunque il perseguitato a districarsi tra costosi procedimenti burocratici che si protraggono per mesi, per riuscire ad annullarlo.
Intanto le situazioni di lotta vengono distrutte allontanando i compagni in modo
coercitivo e terrorizzando i solidali con la minaccia dell’espulsione dalla città in cui si
vive.
Quando si dice che la resistenza non è finita, vuol dire anche che forme di resistenza devono essere portate ancora avanti. Resistere ad un foglio di via, come qualcuno già fa andando incontro a denunce per violazione pur di restare nella città che ha scelto, è un esempio.
Ma bisogna iniziare a generalizzare questa resistenza, contro le angherie quotidiane della polizia, contro gli sfratti, contro le invasioni dei borghesi, contro il controllo
in cui ci stanno ingabbiando, contro lo sfruttamento del lavoro e contro la miseria che ci vogliono imporre.

Resistere tutti insieme… e organizzarsi per
passare al contrattacco.